Scopriamo alcune curiosità sullo Chef a capo della brigata del Ristorante "L'Ambasciata" di Quistello in un'intervista dedicata
Ci sono amori che fanno dei giri infiniti
per poi tornare al punto di partenza, dove tutto sembra immutato. In realtà ad
essere diversi siamo noi, più cresciuti, più ricchi di prospettiva ed
esperienza. È il caso dell’amore per la Cucina dello Chef Matteo Ugolotti del Ristorante
“L’Ambasciata” di Quistello, nostro Food Experience Partner per il marchio BMW.
Cucina con la “C” maiuscola, perché racchiude il gesto di amore massimo, come
ci racconterà Matteo in questa intervista esclusiva.
Matteo, ci racconti la tua
storia?
“Certo, la mia carriera iniziò
dopo essermi diplomato geometra e aver fatto il militare. Al rientro dalla leva
obbligatoria lavorai subito nella cucina stellata di “Parizzi”, a Parma, dove
rimasi per tre anni. Successivamente mandai il mio CV al Ristorante
“L’Ambasciata” e qui iniziò la mia storia con questo luogo magico, un tempio
della cultura gastronomica in Italia. Dopo cinque anni, decisi di prendere una
deviazione. A 28 anni aprii il mio ristorante rilevando la storica trattoria di
Parma, i “Due Platani”, portando il mio bagaglio culinario dalle precedenti
esperienze stellate e proponendo una cucina più all’avanguardia rispetto ad una
trattoria. Il locale riscosse un grande successo. Nel 2018 decisi di vendere i
“Due Platani” e trasferirmi in Danimarca con il mio Food Truck e in meno di un
anno avevo all’attivo tre punti fissi “Pasta-bar”. Presto, decisi di accettare la proposta di
trasferirmi a New York come Chef della catena “Dr Smood”, il cui fulcro è una
cucina smart e cibo sano da agricoltura biologica. A New York, in periodo
Covid, ricevetti una chiamata importante e inaspettata: il Ristorante “L’Ambasciata”
era in liquidazione e stava chiudendo. Non potevo permettere a nessun’altro di
rilevare questo luogo. “L’Ambasciata” è cuore. Incontrai il mio socio attuale,
Paolo Guaragnella, avvocato d’affari conosciuto a New York; ad entrambi
entusiasmava l’idea e decidemmo di salpare insieme per questa avventura. Oggi
siamo qui, “L’Ambasciata” è stata restaurata in modo conservativo, proprio per
valorizzare tutta la sua storia. Nel
menù sono presenti piatti storici, i quali mi sono stati insegnati direttamente
dal Maestro Tamani, ma anche proposte più attuali e delle scelte Veg in onore
della mia esperienza Newyorchese”.
Qual è il tuo valore
fondamentale?
“Trasmettere. Sono uno Chef che divulga le proprie ricette, insegno ai ragazzi che arrivano o semplicemente spiego anche ai clienti che mi chiedono una ricetta o una curiosità su un piatto. Per me trasmettere è un momento di condivisione culturale, gastronomica in questo caso, di progressione e confronto. La Cucina deve essere popolare e capita da tutti, deve essere divulgata, io l’ho fatta per tutti e a tutti i livelli, dalle cucine stellate ai Food Truck. La Cucina è un gesto di amore che si fa ovunque e per tutti, trascende il luogo e lo status sociale. Quando entri a casa e mamma ti chiede “hai fame?”, per me è gesto di amore massimo, di una persona che ci vuole bene”.
Quali sono i tuoi cavalli di
battaglia in cucina?
“Mi piacciono i piatti con gusto,
capibili, semplici e con pochi ingredienti. Ciò non significa debbano essere
banali, anzi, è molto difficile fare un buon piatto con pochi ingredienti,
significa fare una ricerca di materia prima, di associazione di gusto, chi esce
dal mio ristorante deve ricordarsi il piatto che ha gustato.
Sicuramente le mie specialità sono i tortelli di zucca, con i quali ho vinto
per tre anni la competizione di Slowfood. Mentre con i risotti sono stato
campione mondiale per l’anno 2014-2015. Un altro grande amore è la pasta
fresca, che da 25 anni faccio sempre sul momento, non importa il numero di
commensali. Amo cucinare anche la selvaggina e come detto in precedenza
dall’esperienza negli States mi porto dietro la lavorazione del vegetale”.
Ringraziamo Matteo per aver
condiviso con noi la sua storia d’amore per la Cucina, una storia di ritorno
alla tradizione ma con il genio dell’innovazione, costellata da successi ma
anche da tanto duro lavoro e nuove sfide. La sua visione abbraccia la nostra
filosofia BMW, strettamente legata alle sue radici ma con un occhio sempre
verso l’orizzonte dell’avanguardia tecnica e tecnologica.